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Camminare per le strade di Firenze è un’esperienza davvero speciale. Lo sanno bene le migliaia di persone che ogni giorno vi giungono da ogni parte del mondo. Tra le mura di questa città, tra le tante cose, è nato Dante ed ha creato una lingua, Savonarola ha predicato verità metafisiche e i Medici hanno regnato.
Ecco perché passeggiare per Firenze non è soltanto passeggiare, ma è fare un tuffo nella storia che ha dato vita al mondo moderno e poterla seguire, passo dopo passo, attraverso i secoli fino al giorno d’oggi, in una specie di eterno presente. Ed è incredibile come eventi fondamentali per l’umanità intera si siano dipanati nel tempo in uno spazio tanto angusto, perché la Firenze storica è piccola, incredibilmente piccola.
Tanti sono gli avvenimenti che sono trascorsi tra queste mura cittadine, che ai molti (noi compresi) sarà sfuggito che anche la storia della medicina è passata di qui, attraverso tappe davvero cruciali.
Per esempio, la città è dotata fin dal 1° dicembre 1545 di un bellissimo Orto Botanico, per la verità chiamato Giardino dei Semplici, ovvero delle piante medicinali così come venivano dette nel Medio Evo e poco dopo, quando nasceva la moderna medicina e la ricerca come oggi la intendiamo ed illuminati regnanti, tra i quali Cosimo de’ Medici, ordinavano la realizzazione di Orti affinché le specie officinali fossero coltivate e studiate.
Tale Orto Botanico è proprio all’inizio del Centro Storico cittadino, vicino a piazza San Marco. Questo Giardino dei Semplici è il terzo più antico del mondo, dopo quelli di Padova e Pisa, ma a Firenze in verità appartiene uno dei più antichi orti botanici in assoluto, ripristinato alla fine dello scorso ottobre (inaugurato il 25 ottobre 2017, n.d.r.), quello dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, l’ospedale dei fiorentini.
L’Ospedale di Santa Maria Nuova però non è solo l’ospedale storico della città ma è il più antico ospedale ancora funzionante del mondo, pensate un po’. Fondato nel 1288 grazie alla donazione del terreno da parte di un tal Folco Portinari, che diventerà famoso nella storia per essere il padre di quella Beatrice che tanto ispirò il cuore di Dante, non è mai stato chiuso e contiene al suo interno anche un vero e proprio tesoro: oltre 750 opere d’arte di artisti del calibro di Della Robbia, Andrea Del Castagno, Ghiberti, Dello Delli, alcune delle quali sono state prestate al Metropolitan di New York e agli Uffizi, ma che, per lo più, restano chiuse nel caveau di Santa Maria Nuova per mancanza di spazi espositivi.
A parte questa digressione storico-artistica, come dicevamo, questo è l’ospedale ancora funzionante più antico del mondo e l’orto botanico che qui fu creato insieme alla struttura, di conseguenza, anch’esso risulterebbe il più antico. Più che un orto botanico, questo era un vero e proprio orto medico perché le piante che vi venivano coltivate lo erano a scopo di utilizzo immediato: venivano elaborate dalle sapienti monache per ottenerne farmaci efficaci. Certo, che dire… Tra le sale dell’ospedale è passato anche Leonardo Da Vinci che pare utilizzò alcune vasche in pietra per dissezionare i cadaveri e portare avanti i suoi preziosi studi anatomici sul corpo umano.
Cominciate a capire cosa succede? Avverti come una sensazione di affanno e capogiro quando vieni a sapere e realizzi nella mente che, davvero in pochi metri, sono passati così tanti geni dell’umana storia, lasciando ovunque le proprie indelebili tracce, e sono accaduti tanti eventi fondamentali.
Quando poi queste tracce si mescolano ai ricordi d’infanzia ed al sapore unico dei giorni della fanciullezza, allora diventano davvero sensazioni irresistibili.
Da piccola ero spesso ospite di mia nonna paterna, che abitava nel centralissimo Borgo dei Santi Apostoli, a due passi dal Ponte Vecchio e da Piazza della Signoria. Nonna Ida, che ogni mattina andava a Messa, appena usciti dal portone di casa non svoltava a sinistra verso la famosa e bellissima chiesa di Santa Trinita, ma a destra lungo lo stretto borgo cittadino finché, ad un certo punto, si apriva alla nostra destra una piccola piazzetta, piazza del Limbo, alla quale si accedeva scendendo qualche gradino.
Là, sepolta tra le case, sta una chiesetta, piccola e apparentemente ben poca cosa dall’esterno, ma un vero tesoro in realtà, tanto che i fiorentini la considerano per tradizione il vero Duomo di Firenze. In effetti è stato interessante scoprire che questa chiesa non è solo la più antica della città (una targa narra che fu fondata nell’800 alla presenza di Carlo Magno addirittura), ma custodisce al suo interno (oltre ad alcune, immancabili opere d’arte), alcune pietre del Santo Sepolcro ivi condotte da Pazzino de’ Pazzi, il crociato (fiorentino) che oltrepassò per primo le mura di Gerusalemme, consentendo la presa della città nel 15 luglio del 1099. Con queste pietre, ogni anno, a Pasqua, si accende solennemente il fuoco che infiamma la colombina per il tradizionale Scoppio del Carro in piazza del Duomo, la cerimonia più sentita dai fiorentini.
Con grandissimo piacere quindi (ora mi potete capire), insieme ad alcuni amici del corso di erboristeria di Pistoia e Lucca, abbiamo scelto un bel sabato pomeriggio di fine ottobre e ce ne siamo andati a spasso per questi tesori di Firenze, a visitare Orti botanici, orti medici, antichissimi ospedali e piccole chiese quasi dimenticate che si mescolano con la storia dei Crociati, creando un filo sottile che collega Firenze addirittura alla lontanissima Gerusalemme.
Per non farci mancare nulla, ci siamo al fine deliziati con una cenetta davvero speciale, in uno dei locali più storici e meno commerciali della città, dove abbiamo pasteggiato con deliziose pietanze casalinghe si, ma giapponesi addirittura!
Se la prossima volta vi vorrete unire, sarete per certo i benvenuti. A presto!