VIVIAMO IL TEATRO

teatro 2Teatro: una folle invenzione o un’arte iscritta nei nostri cuori?
Un pianto, una risata, sono gli unici effetti prodotti nello spettatore? Cos’è il teatro in effetti? Da dove viene?
Se ripercorriamo la storia di questa tradizione fino ai giorni nostri si può notare un vero e proprio codice usato consapevolmente o meno per agire direttamente sulla coscienza di chi assiste. T
esto, colori, musica, ritmo e tutta una serie di simboli producono determinati effetti. Che siano utilizzati a caso?teatro 22

Studi neurologici moderni ci permettono di constatare concretamente un mondo che può sembrare solo fantastico.
In realtà il teatro può operare una vera e propria trasformazione tanto nell’attore quanto nello spettatore insegnando ad entrambi a prendere consapevolezza di sé, della propria coscienza, con le sue numerose e cangianti sfumature. teatro 44

Venerdì 8 giugno alle 21.30 faremo un piccolo viaggio nell’intrigante mondo del teatro, e sarà sicuramente più entusiasmante farlo assieme a voi se vorrete venire ad ascoltare i nostri amici che oltre a dare delle spiegazioni e fornire ipotesi di lavoro, si esibiranno dal vivo in alcune scenette …. basta, non vi dico di più, scopritelo di persona!

STILI DI RECITAZIONE A CONFRONTO – di Caterina Savasta

Caterina SavastaAncora un appuntamento con Caterina Savasta, venerdì 27 aprile alle 21.30 presso la sede pistoiese in Piazza dello Spirito Santo,1. Ecco cosa ci anticipa la prof. su quello che argomenterà venerdì sera.

 

Devo immedesimarmi totalmente o devo in qualche modo tenere le distanze concentrandomi sulla voce impostata, sul gesto e sui movimenti in scena? È uno dei dubbi che attanaglia l’attore che si pone di fronte al suo personaggio.

Mi piace, mi somiglia, mi viene naturale, dicono alcuni.

Mamma mia! Io proprio non lo capisco, dopo sei mesi di lavoro ancora non mi viene! Dicono altri.
teatro tutto 10

Attori e personaggi: che storia! Un rapporto strano e intenso, fatto di un regista che ti fa una proposta, di un copione, ormai sulla mail, da stampare, le indicazioni che ti dice o ti scrive, che non sai mai se leggere prima o dopo il copione. Un legame che si crea a poco a poco, fatto della prima lettura, di attenzione, di studio che nel tempo si arricchisce con le espressioni del viso, i movimenti del corpo, le ore a provare di fronte allo specchio.

Tutto questo per dire come nasce un personaggio e cosa deve fare un attore…

Ci sono tanti modi di fare teatro, come pure tanti sono gli scopi che chi fa teatro intende raggiungere. Le tecniche e gli stili di insegnamento della recitazione sono numerosi. Alcuni sono stati ideati dagli stessi attori, altri dagli scrittori di teatro o dai registi che poi li hanno insegnati agli attori.teatro tutto 3

Uno dei più noti è il metodo Stanislavskij, attore, regista e scrittore di teatro, che ha provato a proporre delle linee guida per gli attori, comunicando cosa deve sapere fare il vero e bravo attore. Secondo le sue indicazioni l’attore deve innanzitutto conoscere tutto del suo personaggio, sul luogo e sul tempo in cui ha vissuto. Poi deve ricordare, attingendo alla sua personale memoria, le sue emozioni, quelle che ha veramente vissuto, per rappresentare al meglio quelle del suo personaggio, rivivendole sulla scena.

Quindi questo metodo si basa sulla ricerca delle affinità, delle somiglianze interiori tra personaggio e attore. Per una perfetta immedesimazione inoltre il metodo richiede che l’attore resti nel personaggio anche fuori dal set, continuando a vestirne i panni. teatro tutto 16

Da questo metodo, nel 1947, a New York, sulla 44° strada, nacque l’Actors Studio, un laboratorio per formare gli attori e Elia Kazan, Cheryl Crawford, Robert Lewis, Marlon Brando, James Dean, Marilyn Monroe, Paul Newman, Al Pacino,  Shirley MacLaine, Robert De Niro, Susan Sarandon, Meryl Streep, Steve McQueen, Nastassja Kinski e molti altri hanno studiato qui. Anche Nicole Kidman utilizza questa tecnica.

Il problema che può derivare da questo metodo è che a furia di immedesimarsi totalmente in un personaggio per mesi, per anni, e in diversi personaggi per lunghi anni, l’attore rischia di perdere la propria identità e di soffrire di questo; l’esperienza dice che alcuni attori sono finiti a psicofarmaci o si sono suicidati, proprio perché avevano perso la loro identità. Un altro possibile pericolo poi è quello che attingere al proprio vissuto faccia emergere dei ricordi dolorosi che non sappiamo gestire.

Diversamente da Stanislavskij, Bertold Brecht punta sulla capacità di  straniamento dell’attore.teatro tutto 12

Il famoso drammaturgo tedesco parte dal presupposto che non è possibile immedesimarsi in un altro, quindi il suo metodo si fonda su un tipo di recitazione esagerata, dove il tono della voce, la gestualità e l’espressività degli attori esprimono l’impossibilità di immedesimazione. Il rischio però è che la recitazione risulti fredda, finta e non trasmetta niente, non dia nulla. E forse l’effetto catarsi fallisce, perché lo spettatore, non viene avvolto dall’energia dell’attore, non sente i suoi sentimenti e quindi non vive le sue passioni.

C’è chi fa teatro per risolvere dei problemi, chi punta sull’immaginazione, sulla creatività dell’attore, chi sull’azione, sul divertimento, chi guarda al pubblico, chi allo stare insieme e al messaggio che si può comunicare.

Vi aspettiamo venerdì 27 aprile, ingresso libero e gratuito.

 

TEATRO IERI E OGGI – di Caterina Savasta

teatro 1Il teatro suscita sentimenti e reazioni contrastanti: si può essere molto attratti e incuriositi dal palcoscenico oppure indifferenti e disinteressati. È probabile che tra coloro che dicono, come potenziali attori, non mi piace, mi annoio, tanti abbiano paura di avere poca memoria e di essere paralizzati dall’emozione di stare, di parlare, di fare qualcosa di fronte a tanta gente che guarda solo te, oppure, come spettatori, di trovarsi di fronte qualcuno che (sembra paradossale eh?) mettendo in scena un personaggio rivela te stesso.teatro tutto 15

Il disinteresse per il teatro è forse una emozione secondaria, che ha le sue cause in altri fattori, ma forse il mio è il punto di vista di una donna follemente innamorata del teatro.

Il teatro è un mistero complesso, impenetrabile e in ogni caso molto affascinante, se solo ci capita in qualche modo di accostarci ad esso. In fondo tutti vorrebbero una parte da recitare, forse anche la più importante. Nessuno rimane indifferente di fronte ai costumi, a trucco e parrucco, ai camerini, alle scenografie, ai copioni tutti segnati e stropicciati, ai giochi del rosso sipario e delle luci, al dinamismo delle maschere. Il teatro vive tra eccitazione e paura, mai nulla di medio…

Com’è nato il teatro? Quando e perché? Dove affondano le sue radici e quanto sono profonde?addaura graffiti

Sul passato più lontano l’archeologia non ci aiuta, scenografie e costumi sono materiale facilmente deteriorabile, per cui non ci rimane niente, tuttavia ci sono i graffiti dell’Addaura, poco conosciuti, del Paleolitico, nella grotta di Monte Pellegrino a Palermo a testimoniare, in una scena di armoniosa e raffinatissima danza, che fin dalla più remota antichità si faceva teatro.Addaura panorama

Probabilmente tutte le civiltà hanno da sempre fatto teatro, forse recitare è proprio del genere umano, chi osserva i bambini lo sa.

Il graffito dell’Addaura sarebbe rimasto ignorato da tutti se con lo sbarco in Sicilia gli Alleati non avessero destinato le numerose grotte di Monte Pellegrino a deposito di munizioni ed esplosivi: uno scoppio accidentale dell’arsenale provocò lo sgretolamento e il crollo di un diaframma di incrostazione portando alla luce i graffiti.

Così probabilmente tanto altro materiale, tante altre fonti che sarebbero fondamentali per la storia del teatro sono andate perdute. Cosa stavano facendo quelle figure umane mascherate danzando in cerchio? Monte Pellegrino, che Goethe definì il promontorio più bello del mondo, con le sue grotte e la singolare vista del mare, è stato da sempre il luogo di isolamento e di rifugio di molti asceti ed anacoreti. Gli archeologi sono unanimi nel ritenere che la scena in questione rappresenti una cerimonia, un rito. I riti sono delle funzioni di vario tipo, che si celebrano ad esempio in occasione di una nuova nascita, della morte, del matrimonio, momenti che la comunità, pubblicamente o in forma privata, vuole sottolineare e condividere.teatro tutto 4

Questo ci fa riflettere sul fatto che c’è un legame tra il teatro e il tempio, la recitazione e la sfera sacra. Lo dice l’archeologia: tempio e teatro sono sempre fisicamente vicini nell’antica Grecia, nella Roma antica. Lo conferma la filologia: tempio e teatro vengono dalla stessa radice a indicare il separare lo spazio sacro da quello profano per potere accedere ad una visione.

Sulle origini del teatro hanno scritto tanto numerosi studiosi basti citare Aristotele e Nietzsche, Giamblico ed Erodoto; oggi ci avvaliamo anche del contributo di Tommaso Palamidessi, fondatore dell’Archeosofia, secondo il quale le origini del teatro sono da legare non soltanto alla poesia, al canto e allo spettacolo, ma al rapporto tra uomo e Dio, che in antico veniva vissuto nei Misteri. Il teatro delle origini si associa quindi ai Misteri antichi.Mithra e Cristianesimo

L’arte drammatica e tragica fu utilizzata nella celebrazione dei Misteri, perché l’attore, capace per l’espressione mimica, l’uso della parola e per l’investitura sacrale, produce negli spettatori, a mezzo della compassione e del timore, una purificazione delle passioni, senza contare la reale influenza telepatica esercitata dagli artisti sui ricettivi. ((Tommaso Palamidessi: Quad. 4, Introduzione ai Misteri Minori e Maggiori)Caterina Savasta 3

 

 

Di questi argomenti e non solo, parlerà la prof. Caterina Savasta  venerdì 20 Aprile alle 21.30, presso la nostra sede pistoiese di Piazza dello Spirito Santo,1. Ingresso libero e gratuito.

LA MASCHERA NELL’ARTE E NEL TEATRO – di Caterina Savasta

maschera legnoLa maschera è un oggetto fatto con materiali diversi come legno, tela, pietra, pelle, plastica, stoffa, cartapesta che si applica in testa, sull’intero viso o solo sulla zona degli occhi.
Viene utilizzata da sempre nei più diversi contesti dai riti, alle cerimonie funebri, alle danze propiziatorie, allo scopo di stabilire un contatto tra cielo e terra, di nascondere e cambiare identità, di suscitare emozioni come la paura o lo stupore.maschera egitto
La maschera è stata molto usata nell’arte. Già gli uomini del Paleolitico rappresentarono un gruppo di individui mascherati nei  misteriosissimi graffiti della grotta dell’Addaura sul monte Pellegrino a Palermo. E anche in Francia nelle grotte di Lescaux sono state incise figure umane coperte da maschere di animali.maschera arte 3
Dalla più remota antichità quindi gli artisti sono stati affascinati dalla maschera e l’hanno rappresentata sia per il suo carattere magico, divinatorio, che per indagare l’animo umano.
La sensibilità degli artisti l’ha ritratta come simbolo di una umanità che può farsi brutta, grottesca, deforme, o bella se ama, o misteriosa se si affaccia a contemplare le profondità dell’inconscio.
maschera attoreNel teatro veniva impiegata per caratterizzare dei tipi umani, come il padre avaro, severo o bonario, il giovane senza soldi e sempre innamorato, il soldato spaccone, lo schiavo astuto e affezionato al padroncino, per amplificare la voce degli attori, per permettere alla stessa persona di interpretare più di un ruolo.maschera arte 2
Ma la maschera nasconde il volto umano oppure rivela un’altra identità che il corpo fisico occulta? Se dietro le nostre mille maschere non c’è ancora nessuno è possibile farsi una nuova immagine? E quale sarà la migliore?

maschera arte 4La prof.Caterina Savasta ci parlerà di questo affascinante tema lunedì 15 maggio alle ore 21.30 presso la Sede dell’Associazione Archeosofica in Piazza dello Spirito Santo 1. L’ingresso è libero e gratuito.