Il teatro suscita sentimenti e reazioni contrastanti: si può essere molto attratti e incuriositi dal palcoscenico oppure indifferenti e disinteressati. È probabile che tra coloro che dicono, come potenziali attori, non mi piace, mi annoio, tanti abbiano paura di avere poca memoria e di essere paralizzati dall’emozione di stare, di parlare, di fare qualcosa di fronte a tanta gente che guarda solo te, oppure, come spettatori, di trovarsi di fronte qualcuno che (sembra paradossale eh?) mettendo in scena un personaggio rivela te stesso.
Il disinteresse per il teatro è forse una emozione secondaria, che ha le sue cause in altri fattori, ma forse il mio è il punto di vista di una donna follemente innamorata del teatro.
Il teatro è un mistero complesso, impenetrabile e in ogni caso molto affascinante, se solo ci capita in qualche modo di accostarci ad esso. In fondo tutti vorrebbero una parte da recitare, forse anche la più importante. Nessuno rimane indifferente di fronte ai costumi, a trucco e parrucco, ai camerini, alle scenografie, ai copioni tutti segnati e stropicciati, ai giochi del rosso sipario e delle luci, al dinamismo delle maschere. Il teatro vive tra eccitazione e paura, mai nulla di medio…
Com’è nato il teatro? Quando e perché? Dove affondano le sue radici e quanto sono profonde?
Sul passato più lontano l’archeologia non ci aiuta, scenografie e costumi sono materiale facilmente deteriorabile, per cui non ci rimane niente, tuttavia ci sono i graffiti dell’Addaura, poco conosciuti, del Paleolitico, nella grotta di Monte Pellegrino a Palermo a testimoniare, in una scena di armoniosa e raffinatissima danza, che fin dalla più remota antichità si faceva teatro.
Probabilmente tutte le civiltà hanno da sempre fatto teatro, forse recitare è proprio del genere umano, chi osserva i bambini lo sa.
Il graffito dell’Addaura sarebbe rimasto ignorato da tutti se con lo sbarco in Sicilia gli Alleati non avessero destinato le numerose grotte di Monte Pellegrino a deposito di munizioni ed esplosivi: uno scoppio accidentale dell’arsenale provocò lo sgretolamento e il crollo di un diaframma di incrostazione portando alla luce i graffiti.
Così probabilmente tanto altro materiale, tante altre fonti che sarebbero fondamentali per la storia del teatro sono andate perdute. Cosa stavano facendo quelle figure umane mascherate danzando in cerchio? Monte Pellegrino, che Goethe definì il promontorio più bello del mondo, con le sue grotte e la singolare vista del mare, è stato da sempre il luogo di isolamento e di rifugio di molti asceti ed anacoreti. Gli archeologi sono unanimi nel ritenere che la scena in questione rappresenti una cerimonia, un rito. I riti sono delle funzioni di vario tipo, che si celebrano ad esempio in occasione di una nuova nascita, della morte, del matrimonio, momenti che la comunità, pubblicamente o in forma privata, vuole sottolineare e condividere.
Questo ci fa riflettere sul fatto che c’è un legame tra il teatro e il tempio, la recitazione e la sfera sacra. Lo dice l’archeologia: tempio e teatro sono sempre fisicamente vicini nell’antica Grecia, nella Roma antica. Lo conferma la filologia: tempio e teatro vengono dalla stessa radice a indicare il separare lo spazio sacro da quello profano per potere accedere ad una visione.
Sulle origini del teatro hanno scritto tanto numerosi studiosi basti citare Aristotele e Nietzsche, Giamblico ed Erodoto; oggi ci avvaliamo anche del contributo di Tommaso Palamidessi, fondatore dell’Archeosofia, secondo il quale le origini del teatro sono da legare non soltanto alla poesia, al canto e allo spettacolo, ma al rapporto tra uomo e Dio, che in antico veniva vissuto nei Misteri. Il teatro delle origini si associa quindi ai Misteri antichi.
L’arte drammatica e tragica fu utilizzata nella celebrazione dei Misteri, perché l’attore, capace per l’espressione mimica, l’uso della parola e per l’investitura sacrale, produce negli spettatori, a mezzo della compassione e del timore, una purificazione delle passioni, senza contare la reale influenza telepatica esercitata dagli artisti sui ricettivi. ((Tommaso Palamidessi: Quad. 4, Introduzione ai Misteri Minori e Maggiori)
Di questi argomenti e non solo, parlerà la prof. Caterina Savasta venerdì 20 Aprile alle 21.30, presso la nostra sede pistoiese di Piazza dello Spirito Santo,1. Ingresso libero e gratuito.