UN MANUALE PER IL MISTERIOSO MONDO DEI TRAPASSATI

Prima o poi a ciascuno di noi capita un evento luttuoso, di quelli che lasciano il segno.
A dire il vero, ogni giorno muore qualcuno ed ogni giorno per fortuna nasce qualcuno. È il “cerchio della vita”. Lo sappiamo. Come sappiamo tutti che sicuramente, con certezza, moriremo. Non sappiamo quando né come, ma sappiamo che è un fatto inevitabile. Però non ci soffermiamo volentieri su questo argomento. La morte spaventa, l’incognito ci spaventa. Credenti o no, religiosi o materialisti, non è un argomento che affrontiamo volentieri, è vero? Nemmeno se crediamo nella reincarnazione. E pur rattristandoci per la sorte altrui, sorvoliamo, superficialmente, anche se in apparenza sembriamo molto coinvolti, su fatti tragici come le recenti sciagure che hanno colpito il nostro paese, o altri paesi più lontani.
Pensiamo ai vivi, a chi rimane solo, alla sua tristezza, non pensiamo mai, o quasi mai, al defunto. Consoliamo chi resta, per chi è partito non sappiamo esattamente cosa fare. E quando il lutto colpisce chi ti è caro, immensamente caro, l’angoscia prende possesso di te, così come il senso di impotenza. Credenti o meno, il vuoto che si sente è enorme. Possiamo far finta di nulla, certo, ognuno ha le sue strategie di sopravvivenza.
Ma possiamo anche porci delle domande, affrontare la situazione di petto, senza nascondersi, senza aver paura, senza preconcetti, liberi e aperti mentalmente ad ogni analisi e prospettiva. Vigili, lucidi, liberi. Possibile che la meraviglia della vita sia una specie di burla? Perché finisce, inesorabilmente.

Personalmente ho trovato utile quello che è scritto nel LIBRO CRISTIANO DEI MORTI. Si tratta di una esposizione dettagliata di ciò che succede al momento della morte e nei giorni immediatamente successivi. In più è una sorta di manuale, perché contiene delle invocazioni, preghiere semplici, di sostegno e di aiuto al defunto nel suo viaggio spirituale nel misterioso mondo dei trapassati.
È di aiuto anche al vivente, anzi, direi soprattutto al vivente, che prende atto di cosa lo attende una volta deceduto. Da vivente si può verificare se la teoria esposta in questo trattato è vera oppure no. Ci sono degli esercizi che si possono fare, in piena lucidità e autonomia. Da vivente ci si può allenare per non essere sorpresi dall’ignoto. Ed è assai confortante per chi ha subito un lutto sapere che può essere di aiuto alla persona cara scomparsa.

L’autore, Tommaso Palamidessi, nella prefazione scrive:

“In passato in alcune grandi religioni non cristiane furono fatti dei libri ad uso dei morti, ad esempio in Egitto vi fu il Libro dei Morti codificato nel VII secolo prima di Cristo in 165 capitoli, derivato dal testo inciso nelle Piramidi. Nel Tibet dei Lama fu scritto il Bardo Thödol o Libro Tibetano dei Morti, la cui paternità si attribuisce al Taumaturgo Pamasambhava, invitato nel Tibet al tempo del re K’rì-sron-lde-btsan (755-797) che lo avrebbe nascosto sottoterra per essere riscoperto dopo la sua scomparsa da lontani seguaci della sua dottrina. Questi due testi molto affini per il contenuto hanno preziosi elementi teologici, ma in parte falsati da credenze discutibili. Pur tenendo conto di questi due preziosi trattati, la nostra linea è diretta, perché coerente con la rivelazione di Gesù Cristo e l’esperienza dei Santi cristiani cattolici e ortodossi, ma integrata dalla visione archeosofica della vita universale”.

Venerdì 12 ottobre alle 21.30, presso la sede pistoiese di Piazza dello Spirito Santo 1, ci sarà la presentazione di questo libro. Non sarò io a farla, ma vi invito a partecipare, non foss’altro che per curiosità. Poi deciderete voi cosa fare, se prenderlo in considerazione oppure no.