Icona è il termine usato per indicare le immagini sacre dell’arte bizantina e russa dipinte su tavole di legno, arte che risale al Cristianesimo dei primi secoli.
Per noi oggi può essere difficile apprezzare una icona. Non siamo abituati a questo modo austero di pittura, che a prima vista può perfino sembrare brutto, infantile, ingenuo. Invece l’iconografia è volutamente “diversa”, perché il suo scopo non è raccogliere le emozioni del pittore, le sue idee, per trasmetterle allo spettatore: l’arte iconografica vuole aiutarci a superare le forme abituali per elevare l’anima nell’informale mondo dello spirito.
Le icone sono testimoni silenziosi dell’aldilà, guardiani che, come fanno i simboli, svelano e occultano allo stesso tempo le Verità Celesti.
La tecnica pittorica inizialmente era trasmessa da maestro a discepolo, proprio per preservarne al massimo le regole da profanazioni; poi si rese necessario mettere per scritto tutti i segreti di questa antica arte e cominciarono a circolare vari manuali. Fra questi è famosa la “Guida degli Iconografi” dell’XI secolo, gelosamente custodita dai monaci del Monte Athos, tradotta in francese e pubblicata nel 1849.
Utile è anche il “Trattato della pittura” di Cennino Cennini perché riporta molte regole simili a quelle dell’iconografia tradizionale.
Purtroppo molti dei manuali sono andati perduti, le regole alterate o mal comprese, con il risultato che oggi è difficile trovare icone originali, generalmente si fanno copie degli antichi dipinti, ed è ancor più difficile trovare “sacre” icone, dipinte cioè da santi asceti.
Tommaso Palamidessi durante i suoi viaggi in Grecia, Palestina, Russia, ha soggiornato presso alcuni monasteri, compreso quelli del Monte Athos, riscoprendo e praticando egli stesso nuovamente la pittura delle icone. A noi ha lasciato un trattato completo, semplice ed esauriente: “L’icona, i colori e l’ascesi artistica“, che adesso è la base dei nostri studi e delle attività artistiche promosse dall’Associazione Archeosofica.
Lunedì 22 maggio (ore 21.30 – ingresso libero – Piazza dello Spirito Santo,1) avremo il piacere di ascoltare due delle iconografe che si impegnano nella sperimentazione presso la sede pistoiese: Elena Meacci e Patrizia Galletti. Ci introdurranno nello specifico mondo della TECNICA DELL’ICONA, presentando le varie fasi, dalla preparazione della tavola di legno alla doratura, dalla stesura dei pigmenti, fino alla protezione finale con vernice all’ambra, facendo vedere vari esempi dal vivo.
L’icona è uno strumento eccellente per collegare il terrestre con il celeste, una vera finestra attraverso la quale si può entrare in contatto con il mondo spirituale sperimentandolo nella segreta intimità del proprio cuore. È una fortezza inespugnabile, come un cerchio magico: fissando il nostro sguardo su di essa con l’occhio della mente si può entrare in risonanza con ciò che l’icona rappresenta. Un modo di fare pittura alla portata di tutti, esperti e già bravissimi artisti oppure principianti con tanto slancio e voglia di esprimersi. Un mondo, quello dell’iconografia, tutto da scoprire, ricco di simbolismo ma anche di segreti protetti e nascosti da secoli. Un modo di fare pittura che può farci conoscere molto di noi stessi e dei mondi che ci circondano.