LE ORIGINI DIVINE DELLA REGALITA’
Tradizioni di popoli diversi tramandano da tempi immemorabili la storia dell’esistenza di un possente monarca e di un regno misterioso sovrastante il regno visibile, un luogo segreto, una contrada sacra, una terra di luce raffigurata come un’isola bianca situata in mezzo al mare amaro della vita. L’idea della regalità divina e dell’inviato dal cielo costituisce il motivo centrale della leggenda.
“Colui che regna mediante la virtù del Cielo” è simile alla stella polare: rimane immobile mentre tutte le cose volgono intorno a lui. È il “volgitore della ruota“, il legislatore al di là della legge, il gran sacerdote del tempio invisibile che guida i destini del tempio visibile.
La residenza occulta dove si cela il “Re del mondo” è raffigurata a volte come un’isola rotante per l’allusione al Polo, alla “terra polare” che ruota intorno al punto fisso o centro immutabile dei principi spirituali. La dimora del Re è la “Città dalle porte d’oro” dell’antica Atlantide descritta da Platone, l’isola di Apollo che i Celti chiamarono Aballun (da cui Avallon), l’isola dello splendore, la terra degli eroi nella quale scompaiono o vengono rapiti coloro che hanno conseguito la perfetta illuminazione spirituale. Né per terra né per mare si può raggiungere l’isola sacra, solo il volo dello spirito vi può condurre.
Da Avallon discesero stirpi divine che caratterizzarono l’Età dell’Oro, dinastie solari come i Tuatha dé Danann che portarono con sé alcuni oggetti magici dotati di poteri soprannaturali: si parla a volte di una pietra avente il potere di indicare i re legittimi, o di una spada che rende invincibili e di una coppa che contiene un elisir che rende immortali. Dai tempi primordiali la tradizione giunse sino al Medio Evo dove si rivestì delle forme simboliche del tempo.
(Dal testo della conferenza-video datata 5 agosto 1995, che proietteremo nuovamente in due parti giovedì 12 e giovedì 19 novembre, ore 21.30, alla sede di Piazza dello Spirito Santo 1. Ingresso libero.)