Può essere difficile quando ci si accosta a questi studi per la prima volta, intravedere l’obbiettivo finale e comprendere perché ci dobbiamo occupare di queste tematiche all’apparenza così assurde, difficili, estranee alla nostra cultura.
Lo scopo della Kabbalà è il contatto immediato con Dio, un contatto personale percepito in una esperienza diretta, interiore; un contatto con la Divina Presenza nella sua forma più viva e profonda, più intima.
La Kabbalà ha come obbiettivo una conoscenza di Dio sperimentale acquisita attraverso una speciale esperienza a cui si perviene grazie ad una serie di accorgimenti, di allenamenti specifici e di studi mirati. Perché per giungere a tanto è necessario utilizzare ogni mezzo a nostra disposizione.
I kabbalisti come tutti i mistici danno grande importanza alla preghiera per elevarsi e avvicinarsi a Dio. Una preghiera integrata dai Nomi Divini con le combinazioni numeriche, la corrispondenza dei colori, dei suoni, delle forme geometriche che entrano nella composizione di icone e diagrammi per la meditazione.
Tipici dello studio kabbalistico sono le lettere dell’alfabeto ebraico, i numeri e le forme geometriche. Sì, proprio le forme geometriche ed il loro simbolismo, figure evocatrici che hanno ben precisi effetti plasmatori psico-spirituali durante i lavori dell’ascesi.
Perché l’uso della Geometria? Perché la Geometria ci permette di visualizzare i numeri che non sono solo espressione di quantità ma sono soprattutto una espressione di forze. E proprio grazie alla forma geometrica riusciamo a sintonizzarci con la forza del numero a cui quella forma corrisponde, una forza dal potere trasmutante ed illuminante. Il simbolismo geometrico è un linguaggio universale che tradotto e conosciuto, permette a tutti, di qualunque nazione o cultura, la percezione della stessa idea. Del resto l’Universo intero è costituito di forme geometriche, regolate da leggi ben precise. Galileo scriveva: “Questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi … non si può intendere se prima non s’impara a intendere la lingua e conoscere i caratteri nei quali è scritto”. La lingua è matematica, i caratteri sono triangoli, cerchi, quadrati …
L’Associazione Archeosofica ha programmato nella sua Sede di Pistoia (Piazza dello Spirito Santo 1) alcune lezioni sulla Tradizione Kabbalistica a cura del prof. Giancarlo Brogi, il venerdì sera (ore 21.30) a cominciare dal prossimo 20 febbraio. Le lezioni avranno per base lo studio di alcuni trattati antichi della letteratura classica kabbalistica e di altri più moderni, tra cui “Elementi della Tradizione Kabbalistica”, “La spiritualità dei numeri sacri” e “Lingue sacre, grammatica jeratica e parole teurgiche”, di Tommaso Palamidessi; “Seem Hammephorasch – Il Nome divino di 72 lettere” e “Il Nome di Dio” di Alessandro Benassai. Il materiale didattico per chi lo desidera è di corredo alle lezioni.